
Buscé e un Cosenza da scalata: “Terzi? Con il lavoro si costruiscono grattacieli di trenta piani”
Mister Antonio Buscè, tecnico del Cosenza, è tornato a parlare nel corso di un’intervista esclusiva ai microfoni della Gazzetta dello Sport, toccando vari temi legati al club rossoblù.
“Serve pulizia mentale, non si entra in campo con la testa sporca”
Il mantra di Buscé è chiaro e semplice: lavorare prima di tutto sulla testa dei suoi ragazzi.
“Bisognava partire dalle fondamenta, mettersi al di sotto dei giocatori per lavorare sul lato umano. Le scorie della scorsa stagione erano pesanti, l’ambiente era depresso.”
Uno “shampoo calcistico”, come lo definisce ironicamente lui stesso, per ridare lucidità mentale ad un gruppo scosso.
Una partenza che sorprende
Il Cosenza non era tra le favorite, ma oggi si ritrova terza incomoda tra corazzate come Salernitana e Benevento. L’exploit più rumoroso? Il 4-1 rifilato al Catania, una vittoria che ha dato forza e credibilità al progetto tecnico:
“Ci siamo goduti quel risultato roboante. In quel momento, tutto ciò che avevamo detto nelle settimane precedenti ha preso forza.”
Collettivo prima del singolo
Buscé non cerca un protagonista assoluto, ma esalta il gruppo. Difende un’idea di gioco verticale, ambiziosa, anche rischiosa:
“Mi godo il collettivo. Amo quando si cerca la verticalizzazione anche a costo di rischiare. Nel collettivo il singolo si esalta.”
Una filosofia che affonda le radici nel suo passato all’Empoli Primavera, con cui nel 2021 ha vinto uno storico scudetto. Un successo che – come ricorda lui stesso – nasce da un progetto decennale, “alla Gasperini”.
Realismo e rispetto per le big
Nonostante il podio in classifica, Buscé mantiene i piedi per terra. Non nasconde la forza delle rivali, specie Salernitana e Catania, indicate come le favorite per il salto di categoria:
“Noi restiamo concentrati sul centimetro. Ci sono squadre più attrezzate. Il Catania, in particolare, può fare il vuoto se trova continuità.”
“Nessuno ha più la testa sporca”
Il Cosenza di oggi è una squadra rinata anche grazie alla continuità di alcuni uomini chiave. Buscé sottolinea quanto sia importante aver ritrovato fiducia e spirito:
“Chi è rimasto sta dando tutto. Nessuno va più in campo con la testa sporca.”
L’umiltà del tecnico: “Io non sono un mister”
Buscé, nonostante i risultati, non ama definirsi “mister”. Si definisce piuttosto un grande innamorato del calcio. Ricorda con ammirazione i suoi maestri – da Baldini a Cagni – ma soprattutto Giancarlo D’Astoli, il primo che gli disse: “Tra quattro mesi sarai in Serie A”. Un dettaglio curioso? D’Astoli è proprio di Cosenza.
























