L’ex direttore del Cosenza, in esclusiva, ci commenta la 15^ giornata di B, rivalutando parole ed operato di Stefano Trinchera.
Luigi Condò, ex Direttore sportivo del Cosenza, in esclusiva per il Corriere Sportivo di Calabria, commenta una giornata molto importante per il prosieguo di un campionato che ancora non vede una classifica ben delineata, con decine di squadre raccolte in pochissimi punti e con squadre blasonate in grande difficoltà.
“Per quanto riguarda la bassa classifica è fondamentale la partita Cosenza Perugia, perché chi tra queste due squadre riesce a vincere può tentare di emergere dalle zone basse in virtù di una classifica molto corta”.
Viali, Cosenza Castori, Perugia
“Bisogna invece capire che tipo di campionato disputeranno Benevento e Palermo, perché sono ambedue squadre che dovevano avere ben altre ambizioni ed invece si trovano invischiate nelle zone basse della graduatoria”.
“La Reggina avrà un esame di maturità importante, se riesce infatti a fare punti anche a Brescia vorrà dire che è una seria candidata alla vittoria del campionato”.
“Bisogna capire anche di che pasta è fatto il Bari, che ha uno scontro diretto con il Pisa, così come la consistenza della Spal che, dopo l’exploit con il Cosenza, ha avuto un trend negativo preoccupante”.
Insomma un campionato che non ha espresso ancora i suoi veri valori!
“Sono d’accordo perché se andiamo a vedere il discorso numerico, dalla quint’ultima all’ottava ci sono 6 punti di distacco che sono solo due vittorie. La media salvezza per me sarà intorno ai 43/44 punti, perché le squadre di bassa classifica hanno 15 punti quindi anche se girano a 22/23 la media difficilmente potrà cambiare. Per le zone alte invece credo che prima o poi il Genoa verrà fuori anche se il Frosinone ha avviato una mini fuga”. Poi aggiunge: “Queste quattro partite serviranno a tutte le squadre per capire il campionato che potranno sviluppare anche perché fra poco si aprirà la finestra del mercato di gennaio e si avrà un quadro ancor più chiaro con il delinearsi della classifica. Dopo la sosta si comincerà a capire meglio la situazione. Al momento, mentre per quanto riguarda la promozione le squadre interessate sono ben evidenti: Frosinone, Reggina, Genoa, Parma, che alla lunga verrà fuori, con outsider la Ternana, il pericolo è nella zona retrocessione perché ci sono società, come Venezia, Como e Benevento, le stesse Palermo e Spal, che possono investire in modo pesante su mercato, forse solo il Perugia andrà avanti così, tranne qualche acquisto”.
A cosa attribuisci la crisi di Genoa e Cagliari?
Il Genoa è la squadra più forte ed è normale che se non fanno risultati vanno in crisi, stessa cosa per il Cagliari. Non è nemmeno una questione di ambientamento alla categoria, perché se hai in squadra gente come Coda, Puscas, Jagiello, Sabelli, che hanno fatto la B evidentemente i problemi sono altrove: forse una cattiva gestione o anche giocatori che si devono prendere le loro responsabilità, perché altrimenti è facile attribuire sempre le colpe all’allenatore”.
Cosenza Perugia, partita fondamentale ma fino a che punto?
“Partita importantissima, ma con eventualmente tutte le possibilità per recuperare, però per il Cosenza la vittoria apporterebbe una grandissima iniezione di fiducia, perché si porterebbe a 18 punti, a metà classifica, e potrebbe affrontare la partita con il Brescia in modo più sereno. Affronta anche una squadra in difficoltà come il Perugia, non imbattibile, alla portata. La sconfitta, secondo me, farebbe più danni al Perugia che al Cosenza, perché anche tre punti in questo momento significano molto. Inutile aggiungere che queste sono le partite che il Cosenza deve vincere perché altrimenti si fa dura”.
Si perde tranquillità e poi potrebbe essere difficile operare anche sul mercato!
“Il mercato sarà, come sempre, molto difficile perché ci sono pochi soldi e con società sotto, come detto, che possono investire di più rispetto alla media, quindi per il Cosenza ci vuole una buona dose di fortuna ed idee per uscirne. Uno che ne aveva molte, secondo me, era Stefano Trinchera, negli ultimi dieci anni è stato il miglior Ds del Cosenza, uno che è riuscito a portare a Cosenza gente come Riviere, Okereke, Embalo, Sciaudone, Tutino, Falcone, Dermaku, solo per citarne alcuni, nonostante, come sosteneva, non ci fosse appeal, cosa per la quale fu anche molto criticato. Secondo me disse invece una cosa vera. È strano dire che il Cosenza non ha appeal perché è una piazza dove si vive di calcio ed io che ne sono stato DS lo so perfettamente, però devo confermare il pensiero di Stefano, sicuramente rispetto ad altre società, per esempio rispetto al Venezia, al Como, al Palermo, al Perugia stesso di oggi, ha meno appeal”.
Da sinistra: Okereke, Tutino, Falcone
Questo perché i giocatori preferiscono rimanere al Nord o perché il Cosenza offre sempre campionati di bassa classifica e quindi meno appetibile?
“L’uno e l’altro, perché altrimenti non si spiegherebbe l’appeal della Reggina che ha una posizione geografica simile”!
Insomma ai giocatori interessano obiettivi importanti e la possibilità di mettersi in mostra!
“Esatto, purtroppo invece a Cosenza questa situazione si protrae da diversi anni e dispiace perché è una piazza che potrebbe dare molto, ma molto di più per la tifoseria che ha”.