Giuseppe Marozzo, il mister che allena cuore e mente

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Giuseppe Marozzo: l’allenatore del settore giovanile del Cosenza calcio che non insegna ai suoi atleti soltanto le regole del calcio, ma li aiuta a diventare grandi nella vita di ogni giorno.

 

Mister, qual è l’importanza del settore giovanile a livello etico e professionale per questi ragazzi?
– L’importanza del settore giovanile, a livello etico come nello sport in generale, è quella di offrire ai giovani atleti una vera scuola di vita, attraverso regole che li responsabilizzino e promuovano onestà, lealtà e rispetto.
La società Cosenza Calcio, per cui lavoro, cura con grande attenzione — attraverso il Responsabile del settore giovanile, Pugliese, e i vari staff — la crescita dei propri tesserati, affinché maturino con i giusti valori, in un ambiente sano e con un forte senso di appartenenza.
A livello professionale, a mio modesto parere, il settore giovanile deve inculcare nei giovani atleti la mentalità di non arrendersi mai, lavorare duramente per realizzare i propri sogni e obiettivi. Purtroppo, spesso molti ragazzi mollano davanti alle prime difficoltà.


Che ruolo ha il mister con i ragazzi che si trovano ad affrontare l’adolescenza a questa età?
– Il ruolo del mister è cruciale, soprattutto nella prima fase, perché l’età prepuberale va gestita con molta attenzione.
Non è facile gestire uno spogliatoio a questa età, perché oltre ad essere allenatori siamo anche istruttori e formatori.
Il nostro compito è accompagnarli nel percorso di crescita e formazione, curando tutti gli aspetti, poiché molti di loro hanno ancora un carattere tutto da costruire.


State attraversando un inizio di campionato non brillante. Cosa c’è da migliorare per uscire da questo periodo?
– L’inizio non è stato brillante dal punto di vista dei risultati, ma i ragazzi, in meno di due mesi, sono cresciuti molto.
Serve tempo, pazienza e tanto lavoro in questa categoria.
A 14/15 anni hanno una grande capacità di adattamento: sono una generazione elastica, dal punto di vista psicofisico e mentale.
La scorsa stagione, dopo sei mesi alla guida di questo gruppo (allora Under 14), ci siamo fermati per la sospensione dei campionati e delle attività. Con l’estate alle porte, i ragazzi sono rimasti troppo tempo fermi, senza potersi confrontare, e questo ha inevitabilmente rallentato la loro crescita e il percorso fatto fino a quel momento.


Come vi state preparando al match di domenica contro il Trapani?
– Ci stiamo preparando come ogni settimana, ormai da quasi due mesi, curando in primis l’aspetto mentale, visto che questa è un’età particolare.
Allo stesso tempo stiamo lavorando anche sugli aspetti fisici e tecnico-tattici, sia individuali che collettivi.


Per concludere, una domanda personale: cosa si aspetta dal futuro, visto che è nello staff dal 2019?
– In primis, lasciatemi ringraziare la società Cosenza Calcio e Giovanni Folino per avermi dato modo di essere vostro ospite.
Ringrazio anche la Dottoressa Scalise ed il Presidente Guarascio, che ogni giorno si impegnano per far crescere sempre di più questa società, senza trascurare — come spesso purtroppo accade altrove — il settore giovanile.
Cosa mi aspetto?
Prima di tutto, di poter vestire i colori della mia città il più a lungo possibile. Lavorare qui richiede preparazione, studio, aggiornamento continuo, equilibrio e professionalità, da mettere sempre al servizio del Cosenza Calcio, mantenendo dentro e fuori dal campo un comportamento che sia d’esempio per chi ci guarda.
Infine, il mio più grande desiderio è vedere giovani atleti, cresciuti nel nostro settore giovanile, approdare un giorno in prima squadra.

Articolo a cura di Umberto Colacino ed Erika Liparoti.

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