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Un destino preannunciato da giugno

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La cronistoria di un disastro che meriterebbe il mea culpa di Guarascio 

Quest’oggi non scriverò l’articolo di commento alla partita, sarebbe come rigirarsi il coltello nella piaga ad ogni gol subito ieri a Como, tantomeno sulla disgraziata gestione di questo campionato. L’ho fatto così tante volte quest’anno, a cominciare dal 15 giugno quando insieme a tanti tifosi “sconsigliammo” la società di ingaggiare il pluri esonerato Dionigi, ancora sconvolti dalla mancata riconferma di Bisoli, che mi sembra superfluo ripetere sempre gli stessi concetti. Meglio ripercorrere le tappe di questo scempio culminato con l’ennesima umiliazione per la tifoseria rossoblù, compreso il sottoscritto, perché NESSUNO abbia a dire che il presidente Guarascio e il Ds Gemmi non erano stati avvisati di quanto sarebbe potuto accadere e che purtroppo ancora dovrà succedere perché ancora mancano 12 giornate alla fine.

Nessuna sentenza fino a matematica certezza della retrocessione, ma siamo sicuri che tutti questi errori, che questa strategia del presidente Guarascio, inadeguata ad un campionato di livello come quello di serie B, verrà cambiata in futuro? Francamente non ci credo più e ci sono 5 campionati di serie B a testimoniarlo, tutti condotti allo stesso modo, con la medesima approssimazione e risultati scadenti, sempre in zona retrocessione, anzi peggiorando l’andamento di anno in anno, dalla salvezza anticipata nel primo anno dopo la promozione (con Braglia e Trinchera) fino all’ultimo posto con distacco di oggi, roba da licenziamento in tronco in un’azienda normale.

Vi invito a ripercorrere con me la storia di questa annata, articolo per articolo fin appunto dal 15 di giugno quando, supportato da decine e decine di post di tifosi, scrissi per il Corriere Sportivo di Calabria: “Dionigi, non lo vuole nessuno”

il 16 agosto scrivevo di urgenti rinforzi

e così via l’11 settembre quando, con un Cosenza nei primi posti, a molti dava fastidio che si criticasse una società che stava facendo le cose per bene, alias ritiro in tempi corretti e sponsor tecnico Nike..!!

Poi la scoppola nel derby che doveva far suonare il campanello d’allarme, ma come si sa non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.

il 16 ottobre 

il 23 ottobre

Costretto invece a registrare l’amara realtà che si prospetta e verifica puntualmente ogni stagione calcistica da almeno quattro anni a questa parte. Da quando cioè il presidente Guarascio ha deciso di destinare al Cosenza calcio un budget che, nel tempo, si è dimostrato inadeguato a sostenere una salvezza tranquilla se confrontato con quelli messi a disposizione dalle altre società, ma soprattutto in funzione dei maggiori introiti arrivati nelle casse delle società di serie B. Se un budget che si è sempre aggirato intorno ai 4-4,5 milioni è risultato sufficiente nel primo anno di serie B dell’era Guarascio, oggi non è più assolutamente proporzionato ai costi del campionato cadetto e non giustificato rispetto alle entrate che si aggirano intorno ai 13-14 milioni di euro. Giuseppe Mangiarano, noto dirigente calcistico, ha espressamente dichiarato nella trasmissione Lupus in Forum che le entrate da diritti televisivi per le società di serie B si aggireranno quest’anno dai 7 ai 9 milioni di euro, il Cosenza calcio ha inoltre incassato e continuerà ad incassare, visti i tanti under in rosa, 2,7 milioni di euro per la Legge Melandri, oltre alle entrate dai botteghini e dagli sponsor.

Il budget dell’attuale stagione (dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 milioni i euro, questo almeno mi riferì Morgan De Sanctis, attuale DS della Salernitana e tra i papabili a diventare direttore del Cosenza prima di Gemmi) ha consentito di costruire un organico ricco di under (il Cosenza è una delle squadre che ha più under della serie B) …..

il 30 ottobre

…Numeri alla mano, le presenze al Marulla sono passate dai circa diecimila dell’esordio stagionale con il Modena ai 3756 della partita di ieri con il Frosinone, una perdita di circa il 60% di spettatori in soli due mesi, in valore assoluto 5.473 spettatori. Una emorragia costante che dovrebbe far riflettere seriamente e soprattutto il presidente Guarascio. Seppur vero che le entrate al botteghino rappresentano la quota percentuale minore dei ricavi di una società di calcio, mediamente intorno all’8%, produrre uno spettacolo per pochi intimi rappresenta una sconfitta pesante, il fallimento sportivo e sociale di un club che dal connubio con i propri sostenitori trova la forza e lo stimolo per raggiungere ambiti traguardi.

il 12 dicembre

il 19 dicembre, l’articolo che fece infuriare una collaboratrice di Guarascio

… Niente, si è andati avanti comunque perché c’era un progetto dietro che nessuno conosceva e che doveva stupire i cosentini. Il progetto però era sempre lo stesso, riuscire a risparmiare il più possibile mentre si faceva passare il cambio da Bisoli a Dionigi come una opportunità tecnica: il passaggio dal noioso 3-5-2 di Bisoli al fantasmagorico 4-2-3-1 del tecnico modenese. La verità invece era che Dionigi, così come Gemmi, sono stati scelti perché reduci da un periodo di inattività e hanno accettato, senza eccessive pretese, il solito programma minimale di Guarascio, mentre Bisoli si presentava al tavolo delle trattative dopo aver compiuto un miracolo sancito con tanto di pedalata al Santuario di San Franceso, salvando un altro Cosenza abusivo in serie B.

Mai errore più grossolano è stato compiuto, per risparmiare poi qualche decina di migliaia di euro: rinnegare un allenatore che aveva conquistato la piazza e portato 22 mila spettatori al Marulla tra lo stupore dell’Italia intera. Ma per il presidente Guarascio i calciatori sono tutti uguali, così gli allenatori. Perché spendere il doppio quando si può avere un allenatore a buon mercato, perché ingaggiare un bomber da 500 mila euro quando si può prendere in prestito il centravanti del MILAN, primavera però. In campo 11 sono loro e 11 siamo noi, tipica frase del presidente.

 

il 26 dicembre – CI RESTANO 5 MESI DI AMAREZZE 

il 15 gennaio

…Ragion per cui bisogna continuare ad incidere sul mercato e spendere diversi centinaia di migliaia di euro per avere qualche percentuale in più di salvezza. Per cui credo ci sia poco da ballare e molto da spendere. In poche parole Guarascio ha di nuovo la possibilità di mettere una pezza a questo campionato, trovare un punto di incontro con una tifoseria che ha deciso di abbandonarlo, lanciando stasera un segnale inequivocabile (1000 paganti). Al contrario l’emorragia di tifosi sarà sempre più cospicua

Allora perché tenere a sé una Srl con risultati così disastrosi, con perdite economico-finanziarie e costanti sconfitte sportive, che perde i pezzi se, come riportato da qualche media, è stato interrotto anche il rapporto con Simona di Carlo, unica e vera artefice dei brillanti risultati in termini di marketing e coinvolgimento di svariati sponsor anche essi molto delusi per avere affidato il proprio marchio ad una società perdente?

Una società completamente avulsa dal territorio di riferimento con una comunicazione finalizzata soltanto alla promozione della figura del presidente anziché dei suoi reali protagonisti.

Allora ci chiediamo il fine ultimo qual è presidente Guarascio? Quello che è certo che il Cosenza Calcio è asset della società capogruppo 4EL GROUP Srl, così è scritto nel bilancio, così com’è scritto nella nota integrativa che: “La Società Cosenza Calcio srl, a decorrere dal periodo di imposta 2017, partecipa al consolidato fiscale ai sensi degli artt. 117 e ss. del TUIR. A fronte dell’accordo con la controllata 4El Group Srl, vengono contabilizzati crediti o debiti per proventi o oneri generati dall’attribuzione alla controllante di perdite fiscali ovvero di redditi imponibili”.

Interessi finanziari e pacchianate calcistiche, ultima delle quali la mancata riconferma di Bisoli, allenatore che aveva riportato 25 mila spettatori al Marulla, per una misera finale play out, ed una salvezza milionaria. Primo caso nella storia del calcio di mancata riconferma per raggiunti obiettivi!

il 28 gennaio

” e i soldi chi me li da?”

Si, perché un presidente che dichiara di non potersi permettere calciatori di qualità, vuol dire che non è disposto a fare l’impossibile per salvare la squadra dalla retrocessione, contraddicendo sé stesso e ammettendo implicitamente di non essere in grado di gestire una società di calcio in un campionato del calibro della serie B che necessita di grandi impegni economico-finanziari.

il 13 febbraio

Parliamoci chiaro caro presidente Guarascio, checché qualche imbonitore abbia deviato il corso del fiume, nel mercato di riparazione non è stato fatto l’impossibile, non fosse stato per Zarate, il cui contributo alla causa della salvezza è ancora tutto da quantificare, per il resto è stato presentato solo uno changer les dames che non ha affatto comportato un sacrificio economico, forse anche una diminuzione del monte ingaggi visto che ben sette giocatori su dieci sono arrivati in prestito, con tanti saluti alla tanto reclamata programmazione. L’organico risulta un “tantinello” migliorato perché la differenza tra Micai e Matosevic è tangibile, anche se ieri il portiere rossoblù si è fatto sorprendere da un tiro dalla distanza sul suo palo, quella tra D’Orazio ed i vari Gozzi e Panico, altrettanto, ma poi il resto è tutto da valutare vista anche le prestazioni con la Ternana e con il Bari e tempo ne rimane molto poco.

“Abbiamo tenuto bene il campo – siamo rimasti in partita fino alla fine – ci ha condannato un episodio – mi è piaciuto l’atteggiamento dei ragazzi” sono le frasi ricorrenti ad ogni fine gara da parte del tecnico, si ma i punti dove sono? Ad inizio campionato, in fase di evoluzione del programma tecnico-tattico e fisico, sono affermazioni che potrebbero starci, ma non nel momento clou del campionato. Ci sembrano più frasi di circostanza volte a sottolineare il lavoro e l’impegno del tecnico che è indiscutibile, ma se mi permette caro Viali, non bastevoli. Per salvare il Cosenza serve ben altro e lei venendo in riva al Crati sapeva che avrebbe dovuto dare quel qualcosa in più che non è ancora riuscito a dare, fors’anche perché non fa parte del suo bagaglio esperienziale, d’altronde lei è un novizio in serie B, sta facendo gavetta e le colpe di ciò non sono sue.

il 19 febbraio

Questo quanto accaduto da 9 mesi a questa parte, adesso altri tre mesi di sofferenza immane perché vedere il Cosenza così umiliato è una pena indicibile. Guardare una partita del Cosenza è diventata una sofferenza non più tollerabile, per tale motivo ritengo giusta la contestazione dei tifosi ed incomprensibile lo stupore del presidente Guarascio che dovrebbe passarsi una mano sulla coscienza e gridare il mea culpa.

Grazie per l’attenzione e FORZA LUPI SEMPRE 

 

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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