Tra accorati appelli e critiche stimolanti
Abbiamo scritto di tutto sul Cosenza, sin da quando ad agosto si auspicava un ritiro con almeno l’80% dei calciatori titolari, passando per alcune discrasie del mercato estivo ed altre scelte incomprensibili del mercato di gennaio e finendo con l’evidenziare l’assoluta mancanza di prospettiva ingenerata nei calciatori “di Trinchera” tale da privare la squadra da ogni senso di appartenenza.
Per cui oggi abbiamo voluto dare spazio a parole di speranza o di critica costruttiva dei tifosi rossoblù, gli unici ad essere profondamente addolorati di una eventuale retrocessione del Cosenza:
Rossati Maurizio: “A prescindere dalla categoria non appena potremo tornare sui gradoni saremo sempre al tuo fianco per tifare per questi 2 colori magici perché il Cosenza siamo noi”; Giovanni Conforti: “Il Cosenza è la nostra passione, questi due colori sono la nostra vita. Saremo sempre al tuo fianco ovunque e dovunque per te abbiamo gioito abbiamo pianto. Cose che possono capire solo chi ama questi colori. Cosa che purtroppo non hanno capito chi dirige e chi indossa la nostra gloriosa maglia; Pino Sposato: “Forza Lupi ca cciá putimu fá; Mario Scarlato: “Il calcio è socialità, passione e spirito di appartenenza! Il magico Cosenza è nostro! Giulio Martino: “Che si può anche retrocedere.. Ma solo dopo aver sputato sangue in campo e onorato questi colori..Non si può più accettare 11 morti in campo..”; Mario Pepè: “Perché si è deciso di fare autolesionismo a tal punto di rischiare seriamente di perdere la categoria? Una società qualsiasi avrebbe cavalcato l’onda, la nostra impresa è finita sulle più importanti riviste sportive per poi vedere l’anno successivo tutto il degrado che purtroppo abbiamo vissuto. Perché caro Guarascio non hai mostrato un pò di sentimento verso la nostra gloriosa storia? Non era meglio lasciare lo scorso anno da presidente stimato e voluto bene da tutti se le tue intenzioni erano vivacchiare e vederci perdere la serie B, perché anche tu lo sai che questa retrocessione l’hai studiata a tavolino altrimenti non ci riusciamo a spiegare il motivo di questa continua debacle.Sarai uno dei tanti, hai giocato e hai perso, solo gli ULTRAS vincono sempre!!!
Pietro Tignanelli:”Il Cosenza Calcio si tifa nel Mondo!”; Francesca Bruno:” Perché non c’è comunicato migliore del comunicato stesso di portare i nostri colori nel cuore ; Marco Vercillo: “ Padova, 27.04.2021. Cosenza mio, Tra tutti i sentimenti, l’amore è certo il più forte. Il potere dell’amore deriva dal modo in cui scatena tutti gli altri sentimenti, gioia, euforia, empatia, malinconia, tristezza dolore. Tante volte sono stato innamorato. Troppe, direbbe la mia compagna. È molto gelosa. Ma c’è una gelosia che non sopporta, che sa di non voler sfidare, incerta di vincere. Quella per il mio amore per te, mio Cosenza. La gioia della coppa Italia e dei playoff, l’euforia della finale a Pescara, l’impeto della prima salvezza, la malinconia della rovesciata di Tutino sul cross di Palmiero contro il Venezia. Non so se, dopo la partita, ho pianto di più per la vittoria, o perché sapevo, sapevamo, che quei ragazzi, come Dermaku, come d’Orazio, come Kanoute, come Rivière, come Baez (solo alcuni, solo degli ultimi anni), li avremmo visti andar via. Garritano non lo ho citato, solo perché la gioia che ci ha regalato, insieme alla salvezza diretta è molto più forte della malinconia. Forte come il dolore di esserci salvati, sì grazie a un lupo, ma su un altro campo, dopo un anno di sofferenza. L’amore è anche paura. Oggi, paura di perdere la categoria. Da tifoso fuori-sede, Cosenza mio, mi è capitato spesso, ogni volta che ho potuto, di seguirti in trasferta, un po’ come in un viaggio romantico. Non sempre è andata come avremmo voluto, ma eravamo insieme, e non mi serviva altro. Poi il virus, la sosta, Pillon che molla, il nulla. Come Napoleone dopo la deriva della Rivoluzione Francese, così mister Occhiuzzi sembrava poterti e poterci dare, Cosenza mia, quegli equilibri e quella stabilità che ci avrebbero permesso di iniziare a parlare di programmazione. Per tanti motivi, troppi motivi, così non è stato. Certamente non per colpa sua, che ci ha messo il cuore e l’anima. Quando si parla di amore capita spesso questo problema, quello di capire a chi dare la colpa. Ma questo provoca rotture, divisione, debolezza. Dalla debolezza il dolore, e così l’odio. L’odio per le delusioni, per le sconfitte, per tradimenti, per l’impotenza ed infine la resa, delle ultime partite. A questo punto, te lo confesso, mi sono chiesto se anche tu ricambiavi il mio amore, il mio desiderio, la mia passione. Aspettavo, aspettavamo tutti, una risposta da parte tua. Una risposta non pervenuta. Ecco la parte più brutta dell’amore, la sofferenza, la disfatta, la solitudine. Ecco, ancora, l’odio. In questo senso, Catullo, diceva “odi et amo” (ti odio e ti amo). Io però, ad odiarti, Cosenza mio, proprio non ci riesco. Non ci sarà, mai, un posto, una partita, una dirigenza o una categoria che potrà spezzare questo mio amore. Non puoi riuscirci neanche tu, che ci provi con tanto impegno. I tuoi colori sono i miei colori. La tua vittoria è la mia vittoria. E se sarà sconfitta, sarà la nostra sconfitta! ; Angelo Marra: “Per queste ultime giornate, i nostri colori tatuati sulla pelle ”; Giuseppe Longo: “Mettetecela tutta! Siate la squadra più bramosa che ci sia mai stata. Siete “missionari” qui. La vostra missione è Cosenza in serie B.2, Aldo Oliva: “Io vorrei dire ai nostri giocatori che per noi il Cosenza è una parte del nostro corpo della nostra anima, una retrocessione ci strapperebbe il cuore dal petto, ci annienterebbe, già non dormiamo la notte, speriamo di riuscire a trasferirvi il fatto che per noi il Cosenza è molto più di una semplice partita di pallone, Forza lupi. Sempre; Cataldo Cianciaruso: “È un peccato che la squadra si trovi in queste condizioni, sappiamo chi sono i colpevoli di questa situazione, Occhiuzzi doveva essere esonerato(è l’unica squadra al mondo che gioca con il centrocampo a due),lo ringraziamo per l’exploit del campionato scorso ma quando le cose non vanno a pagare è sempre l’allenatore ma non a Cosenza”. Eugenio Cristiano: “Boscov diceva: “Un grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri”. Peccato che a Cosenza sia il presidente; Marcello Gemoli: “Ecco cosa vorrei scrivere al Cosenza: “Per me non si è mai trattato di una partita di calcio, quando scendevo in campo per me era una missione: difendere la città e i suoi colori. Gigi Marulla”.
Forza lupi