Non sembra esserci fine al peggio.
Nei cinque campionati di serie B dell’era Guarascio non si scorgono campionati esaltanti, il punteggio massimo raggiunto al giro di boa è rappresentato dai 20 punti ottenuti da Piero Braglia prima dell’esonero. Sempre Braglia ha ottenuto 19 punti al primo anno di serie B mentre nei successivi anni, compreso quello attuale, si sono totalizzati sempre la miseria di 17 punti (che a fine torneo sono diventati sempre 35). La novità, in negativo, è che con 17 punti nei precedenti campionati si era al quart’ultimo posto con 3 squadre che erano riuscite a fare di peggio, mentre quest’anno il fanalino di coda è proprio il Cosenza che già vede la salvezza lontana 5 punti.
Una curva in picchiata, un trend assolutamente negativo che evidenzia una strategia operativa inadeguata ad un campionato del livello della serie B. Nessun segnale di miglioramento, seppur minimo, niente, sempre peggio fino all’ultimo posto arrivato non per una congiuntura negativa, ma per la sommatoria di scelte sbagliate condite su un piatto di mal celata parsimonia.
Roba da licenziare tutti per manifesta incapacità. Invece no, il presidente Guarascio non fornisce il minimo segnale di volere invertire il trend né tantomeno di lasciare l’osso ad altri.
Allora perché tenere a sé una Srl con risultati così disastrosi, con perdite economico-finanziarie e costanti sconfitte sportive, che perde i pezzi se, come riportato da qualche media, è stato interrotto anche il rapporto con Simona di Carlo, unica e vera artefice dei brillanti risultati in termini di marketing e coinvolgimento di svariati sponsor anche essi molto delusi per avere affidato il proprio marchio ad una società perdente?
Una società completamente avulsa dal territorio di riferimento con una comunicazione finalizzata soltanto alla promozione della figura del presidente anziché dei suoi reali protagonisti.
Allora ci chiediamo il fine ultimo qual è presidente Guarascio? Quello che è certo che il Cosenza Calcio è asset della società capogruppo 4EL GROUP Srl, così è scritto nel bilancio, così com’è scritto nella nota integrativa che: “La Società Cosenza Calcio srl, a decorrere dal periodo di imposta 2017, partecipa al consolidato fiscale ai sensi degli artt. 117 e ss. del TUIR. A fronte dell’accordo con la controllata 4El Group Srl, vengono contabilizzati crediti o debiti per proventi o oneri generati dall’attribuzione alla controllante di perdite fiscali ovvero di redditi imponibili”.
Interessi finanziari e pacchianate calcistiche, ultima delle quali la mancata riconferma di Bisoli, allenatore che aveva riportato 25 mila spettatori al Marulla, per una misera finale play out, ed una salvezza milionaria. Primo caso nella storia del calcio di mancata riconferma per raggiunti obiettivi!
Da quella inopinata decisione si sono accavallate una serie di scelte che hanno portato il glorioso Cosenza calcio all’ultimo posto: prima la scelta di un allenatore pluriesonerato e poi un mercato minimale con calciatori di serie D e C, giovani promesse, calciatori sul finire della carriera e altri in cerca di rivalutazione. Un mix catastrofico rinnegato già a gennaio dallo stesso autore, il DS Gemmi.
Allora ci sarebbe da urlare BASTA, non se ne può davvero più, la misura è colma! Con una situazione fortemente compromessa servirebbero interventi radicali di cui però non esistono le premesse anzi, si affronterà molto probabilmente il Benevento con una formazione ancor più deficitaria di quella che ci ha condotti all’ultimo posto in classifica. Invece di ingaggi si susseguono solo cessioni e rifiuti dei calciatori contattati.
Un tunnel nel quale non si vede la luce, con una squadra mentalmente retrocessa, un allenatore che sta facendo gavetta ed un DS che, tra un bluff e l’altro, dovrebbe trovare il coraggio di dire al suo presidente che non si va a nozze con i fichi secchi. Infine la definitiva spaccatura tra la tifoseria e la proprietà. Oggi allo stadio Marulla si registrerà il minimo stagionale con l’annunciata assenza dei gruppi ultrà della curva nord e sud e della gran parte dei tifosi. Uno spopolamento dello stadio iniziato già da tempo che ha portato le presenze dai circa 10 mila della prima giornata ai 2 mila dell’ultima e che oggi consegnerà alle cronache il silenzio assordante di un popolo che non si sente più rappresentato dall’attuale società. DI seguito l’ultimo comunicato del gruppo Anni Ottanta.
“Questa foto del codice di condotta è una vergogna, perché questa società di falliti non deve certo venire ad insegnare al popolo cosentino come si sta o ci si comporta sui gradoni, e la cosa più vergognosa è che viene usata come forma di ricatto verso chi “osa” contestare il Presidente e i lecchini che lo circondano, forse un codice di condotta per questa società è arrivato il momento che lo scrivano i tifosi stessi e TUTTI e dico TUTTI capiscano l’importanza del momento ma soprattutto il fatto che questi “abusivi” non possono rappresentare la nostra passione. Le società vere e serie rispettano e ringraziano i propri tifosi per tutti i sacrifici che fanno nonostante si sta attraversando un periodo di recessione dove la gente fa enorme fatica ad arrivare a fine mese e nonostante tutto garantisce il proprio sostegno ovunque…attenzione perché la vostra forma di ricatto vi si rivolterà come un boomerang e nessuno riuscirà a fermare la nostra voce, la nostra passione e le nostre proteste”.
Domenica non ci saremo
Estratto con aggiornamento del Corriere Sportivo di Calabria oggi in edicola, allo stadio e sul nostro sito.