Cosenza e Brescia tra inferno e paradiso

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FOTO PESCATORE

Alle 20:30 si gioca la prima delle gare decisive per restare in Serie B.

Ormai ci siamo. Questo è il gran giorno. Il Cosenza affronterà la gara di andata dei playout contro il Brescia nel suo Stadio, davanti al proprio pubblico che ha deciso di riempire il San Vito-Marulla in ogni ordine di posto, come nelle grandi occasioni. E questa di fatto lo è. Sarà, quindi, un’altra pagina di storia calcistica da scrivere con quello spirito indomabile che appartiene alla città bruzia, abituata da sempre a lottare per garantirsi la sopravvivenza in Serie B.
Anche nella storia più recente ci sono state, comunque, serate come questa e, a parte Pordenone, dove la squadra venne retrocessa (sul campo) in Serie C, per poi essere riammessa in categoria a spese del Chievo, nessuno ha mai dimenticato le sfide epiche contro Juve Stabia e Vicenza, dove entrambe evitarono la discesa agli inferi nel girone dei ‘dannati‘ del calcio.
A sentire mister Viali nella Conferenza Stampa di ieri ricordare che «il tempo delle chiacchiere sia finito», ci si rende subito conto dell’importanza del match e di quanto la Società rossoblù speri in una nuova impresa che possa consegnare alla tifoseria la permanenza per un altro anno in Cadetteria. In fondo, a queste latitudini, il futuro non è programmabile e questo Guarascio lo sa, essendo un Presidente che ha sempre ‘navigato a vista‘, al di là di quanti vorrebbero invece consolidare maggiori certezze per i prossimi Campionati.
Ora, si gioca e basta. Non è tempo, oltretutto, di abbandonarsi ad illusorie fantasie sul futuro del Club. A poche ore dal fischio di inizio dell’arbitro Gianluca Aureliano di Bologna, il Cosenza ancora una volta sa di giocarsi il presente e di farlo in 180′ minuti (se non di più) che possono significare l’inferno o il paradiso, la gloria o la desolazione di una città che, in realtà, meriterebbe ben altri destini. Nel preludio di un’estate soffocata dalle piogge andrà in scena, dunque, un’altra delle tante battaglie con i Lupi, tuttavia, abituati a combattere e a saper scacciare ogni sorta di sortilegio.

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