COSENZA, L’ETERNA INCOMPIUTA.

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Approccio importante alla gara che per tutta la ripresa a Vicenza, ma è mancato poco che si potesse perdere, inopinatamente, la partita e solo la grande abnegazione di questi ragazzi ha impedito il nefasto epilogo. Il refrain risulta sempre lo stesso: la squadra non dà mai l’impressione di soggiacere all’avversario, tutt’altro, ma poi ha notevoli difficoltà a sferrare il colpo di grazia.  Anche ieri sera per ben due volte gli attaccanti sono stati messi soli davanti all’ex Perina, ma si sono mossi con grande impaccio. Al contrario gli avversari, pur venendo messi in grande difficoltà, tutti, (ormai è opinione comune) alla prima occasione valida riescono a castigare i rossoblù. Sia che ci si confronti con le prime che con le squadre di bassa classifica, il comportamento in campo è sempre lo stesso, sembra sempre che la squadra possa dar il colpo del KO, grazie anche ad un gran possesso palla, ma poi risulta sempre evanescente, mai cinica, assolutamente spuntata.

Ormai è diventata una costante del gioco del Cosenza.

Come scritto altre volte, i rossoblù sembrano più impegnati a mantenere determinati equilibri in campo (sono scolastici) piuttosto che “incattivirsi” nella ricerca della rete. Personalmente credo sia proprio una questione strutturale: vengono preferiti attaccanti di profondità (lo stesso Occhiuzzi lo ha confermato nella conferenza post gara, rispondendo alla domanda del collega che gli chiedeva del perché della scelta di Sacko al posto di Bahlouli) che non danno nemmeno punti di riferimento agli avversari, ma che, pur avendo le potenzialità per andare in rete, in questo inizio di stagione non lo stanno facendo anche perché sono tutte seconde punte, ali o trequartisti che non possono garantire gol in doppia cifra. Il loro curriculum parla chiaro: Baez, Carretta, Sacko e Bahlouli possono garantire, tutti insieme, i gol di un bomber, che è deputato a capitalizzare soprattutto il loro lavoro. Anche lo stesso Bahlouli, sebbene imprescindibile in questo momento, non potrà mai garantire i gol di un centravanti che è deputato a cogliere, in mezzo all’area, gli assist di tutti i suoi compagni.

La squadra di Occhiuzzi dà sempre l’impressione di imporsi, ma rimane sempre con il colpo in canna.

In sostanza, è giusto avere, specie fuori casa, attaccanti che suggeriscono la profondità, ma è normale avere anche altre soluzioni perché altrimenti, come già scritto, è inutile fare 14 cross (come evidenziato da Occhiuzzi) se in mezzo hai Carretta e Baez che di testa avranno segnato un gol a testa nella loro carriera. Tanto varrebbe giocare solo palla a terra, con verticalizzazioni, tiri dalla distanza e palle messe in mezzo da fondo campo.

Intanto, ancora una volta, il pareggio è giunto quando, dovendo recuperare per l’ennesima volta la partita, si è fatta densità in area avversaria, inserendo Gliozzi che, non avrà segnato, ma comunque ha creato gli spazi affinché si potesse inserire Tiritiello nell’occasione del pari. E così, qualche minuto prima, quando su passaggio di Bittante, Bruccini ha impensierito Perina ed in area c’era superiorità numerica da parte dei rossoblù (screenshot).

Comunque, nessuno vuole suggerire sistemi di gioco diversi e tantomeno l’utilizzo di un giocatore piuttosto che un altro, abbiamo troppo rispetto per il lavoro di Occhiuzzi, ma solo evidenziare alcuni fatti oggettivi.

A tal proposito alcune statistiche di Sky e DAZN dicono che il Cosenza ha avuto il 51% di possesso palla nella ripresa, a conferma del buon lavoro in generale della squadra e che Petrucci è stato il migliore in campo per numero di passaggi completati (52) e anche il miglior numero di passaggi effettuati nella trequarti avversaria (9-5). Sciaudone il rossoblù che vede meglio la porta (4 conclusioni).

In conclusione, in proporzione al lavoro espresso dalla squadra 9 punti in 10 partite sembrano pochini,  il Cosenza rimane tra le squadre che hanno vinto di meno e che hanno segnato di meno (solo Ascoli ed Entella hanno fatto peggio), mentre la difesa è la terza del torneo, molto migliore delle dirette contendenti: addirittura 15 gol in meno rispetto al Pisa e 10 rispetto al Pescara.

Urge quindi trovare soluzioni offensive adeguate che possano mettere in risalto l’enorme mole di gioco prodotta dalla squadra.

 

 

 

 

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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