COSENZA, vecchie virtù, soliti vizi. I rossoblù macinano tanto gioco, ma alla fine raccolgono poco in proporzione

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FOTO ERNESTO PESCATORE

Ancora una volta il Cosenza primeggia nel possesso palla (56% contro il 44% della Salernitana) decine di cross messi in mezzo all’area, tanto pressing, ma occasioni da gol effettive pochine per battere quella che è ormai diventata la capolista di questa serie B. La squadra di Castori si porta a casa quindi i tre punti con il suo solito gioco sparagnino, ma molto efficace in quanto a cinismo: palla lunga e pedalare si sarebbe detto in altri tempi e questo gioco sembra fatto a pennello per le caratteristiche tecniche di Gennaro Tutino e di Milan Djuric. Difesa attenta, molto, e lanci in verticale per le “sgasate” di Tutino e le “spizzicate” di Djuric. Un gioco tanto semplice quanto efficace se hai attaccanti che hanno il gol nel sangue.

Dall’altra parte invece una squadra che si sfianca in lungo ed in largo, lotta su palloni e palloni, tiene spesso il pallino in mano, ma alla fine non coglie quello che è l’essenza del gioco del calcio, ossia il gol. Un grande lavoro tattico di Roberto Occhiuzzi, dei suoi giocatori e dello staff che ha anche dotato i calciatori di una ottima preparazione atletica, ma alla fine il piatto piange e questo è il peggior rammarico.

Il Cosenza non è stato mai messo sotto da nessuna squadra, le più forti affrontate sino ad oggi, anzi in alcuni casi l’ha fatta da padrone: a Frosinone c’è stata una sola squadra in campo, con un pressing asfissiante che ha imbambolato gli avversari, idem a Parma, contro una squadra di serie A messa in difficoltà spesso e volentieri, anche ieri sera la Salernitana, sebbene brilli poco di suo, si è resa pericolosa solo in tre occasioni. Ha però ingarbugliato bene la matassa di Occhiuzzi: visto che non schierava punte vertice, ma solo ali e trequartisti che non davano punti di riferimento, ha chiuso molto bene la zona centrale del campo lasciando la possibilità agli esterni rossoblù di crossare a iosa, ben sapendo che nessuno avrebbe potuto infastidire di testa o in acrobazia i centrali granata.

E i lupi? Sono cascati nella trappola, hanno continuato a fare la cosa più facile che veniva loro concessa: i cross, che non sono certo il pane quotidiano di Baez o di Carretta e tantomeno di Bahlouli. In questi casi si dovrebbe mettere in mezzo dal fondo (vedi secondo gol di Carretta) e non dalla tre quarti, se si vogliono mettere in difficoltà i lungagnoni avversari che non si troverebbero fronte alla palla, ma di spalle, ma questo non è mai avvenuto. Al limite si sarebbe dovuto tentare di giocare palla a terra con scambi corti e in velocità tra le linee, ma li non c’era uno spiraglio di luce e tantomeno ci sono giocatori che possono scambiarsi palla in questo modo, essendo Carretta e Baez forti a dettare la profondità e non a giocare negli spazi strettissimi. Quando poi si è pensato di inserire Petre era ormai troppo tardi, tenuto conto anche dell’espulsione dopo pochi minuti di Ba, diretta conseguenza del paperacchio sulle sostituzioni.

Insomma l’impressione è che si volesse abbattere forte apache con le fionde.

Rimane da capire perché non viene schierata almeno una punta vertice quando ne ricorrano le condizioni e visto che, mai come quest’anno il Cosenza ne è fornito a iosa. Le condizioni ieri c’erano tutte perché la Salernitana non si è mai sbilanciata e non ha mai concesso ripartenze veloci, cosa che invece è più facile trovare quando si gioca fuori casa. Diverso il discorso se i tre centravanti non forniscono garanzie tecniche o tattiche ad Occhiuzzi, il che sarebbe un problema grosso visto che per il mercato manca ancora un mese, fatto di almeno altre otto partite. Insomma il rammarico è tanto, specie per i ragazzi che “sputano sangue” sul campo e non riescono a cogliere i frutti del loro lavoro e ciò a lungo andare potrebbe essere pericoloso. Questi i fatti, ad Occhiuzzi il compito di trovare i rimedi.

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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