Dal Vangelo secondo il San Vito-Marulla

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(Fonte: photowall.co.uk)

QUANDO CREDERCI DIVENTA UNA FEDE!

La sessione invernale di calciomercato è terminata. Andate in pace”.

Amen! Sospiro di sollievo.

Di colpo, si torna a respirare. Basta apnee di ansia e corsi di yoga per combattere questo periodo frenetico e convulso.

Tranquilli, miei cari lettori, non mi dilungherò in disamine tecniche in merito alle cessioni ed agli acquisti effettuati di recenti. C’è chi si è prodigato prima di me, ed anche con un piglio più interessante. Quindi, niente paura, non vi annoierò sull’ennesima pagella, contorniata da numeri, esageratamente prolifici, che nemmeno per l’estrazione del lotto vengono registrati.

Lungi da me, pertanto, fabbricare giudizi che non mi appartengono.

Tupac cantava “Solo Dio può giudicarmi”, e nel calcio, si sa, l’unico Dio chiamato ad esprimere giudizi è il campo.

Esso è tribunale e giudice supremo, in grado di valutare, soppesare, applaudire o bocciare qualunque rinforzo o innesto, giunto per tempo o con le solite dinamiche differite.

Ai comuni tifosi non resta dunque che affidarsi a tutti i santi del calendario, rispettare, prima di ogni match, i riti scaramantici ed avere fiducia in quei piccoli grandi segnali che fanno ben sperare.

Eh sì, perché alla terza stagione consecutiva in B, il disco è sempre lo stesso. Si naviga in acque tempestose ed è tornata ad albergare nel cuore di ciascun tifoso rossoblù la fottuta paura di perdere un palcoscenico prestigioso e stimolante, come la B.

Frutto, poi di questo clima di terrore, è la perenne diatriba che pone su posizioni divergenti tifosi che, invece, dovrebbero far più branco, rimandando, a momenti diversi, le varie polemiche e gli accesi dibattiti social, che ultimamente imperversano ovunque. Ho visto lamentarsi del Cosenza persino sull’account di Papa Francesco!

Atteggiarsi adesso come “cani arraggiati” fornisce un apporto alla causa pari a zero.

E’ già abbastanza complicato mantenere l’equilibrio e la lucidità, laddove i risultati positivi tardano a palesarsi, figuriamoci se tocca pure litigare per chi merita o meno il titolo di “tifoso number one”.

Non nascondo che certe espressioni colorite, se da un lato fanno sorridere, dall’altro, creano qualche perplessità in chi, come la sottoscritta, prova a giustificarle come un malessere generale che, in tempi di pandemia, si è acutizzato ed amplificato.

Il Covid-19 non ha solo limitato le nostre libertà individuali e sociali, privandoci di quegli spazi, in cui era facile dimenticare le frustrazioni e le brutture della vita quotidiana, ma ha contribuito a rendere vacuo anche il noto mantra: “Andrà tutto bene”.

Chi ama Cosenza, ed il Cosenza, viene preparato sin dalla culla a comprendere l’assonanza fra Sofferenza e Resilienza, che caratterizza la passione rossoblù. Viviamo da lupi, continuamente feriti, rialzandoci ammaccati e più affamati di prima.

Si può pensare di piegarci, ma non sarà mai possibile spezzarci.

Collezioniamo cicatrici che siamo orgogliosi di esibire come trofei di guerra. E l’aspettativa più grande è quella di veder in campo calciatori che siano fieri di pitturarsi il viso di rossoblu, come un guerriero pronto ad affrontare il nemico.

E questa identità battagliera appartiene al Cosenza di Roberto Occhiuzzi, il quale ha saputo amalgamare animi e spiriti diversi, facendo emergere l’unicità di intenti e gli obiettivi, perseguiti da un gruppo granitico, proteggendolo dagli attacchi esterni. E lo ha fatto con criterio ed eleganza, alzando a volte anche i toni, abbandonando momentaneamente il suo aplomb aristocratico.

Semplicemente, perché LUI SA e ben conosce l’ambiente.

Alla fine della prima partita del girone di ritorno, disputata a Chiavari contro l’Entella, il mister ha dichiarato:

Io sono cosentino, a volte cerco di non trasmettere troppo questo mio legame alla squadra, però è difficile, perché quando mi batto le mani al petto, sullo stemma, loro sanno cosa vuol dire”.

Sfido chiunque a rileggere queste parole senza provare un brivido di emozione lungo la schiena.

E se non vi è arrivato neanche un friccico, è facile desumere che avete un bidone dell’immondizia al posto del cuore!

FORZA MISTER, FORZA RAGAZZI!

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