Derby, Cosenza battuto dai propri limiti

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I lupi provano a mettersi alla pari della Reggina, ma devono arrendersi alla superiorità tecnica degli amaranto che vincono con il minimo sforzo.

Le sconfitte lasciano sempre una forte amarezza, a maggior ragione quelle in casa, per non parlare dei derby e ieri, per la prima volta, sono arrivati i fischi e la contestazione ai calciatori. Mai successo anche in partite dove, oggettivamente, i lupi hanno giocato peggio: a Benevento non siamo riusciti quasi mai a superare la linea di centrocampo, a Lecce un approccio migliore, ma sempre tre pappine hai preso, addirittura ad Alessandria, dove pur prendendo il sopravvento la manovra è stata sterile ed i punti sono stati sempre zero, con l’aggravante di aver perso con una diretta concorrente alla salvezza. Ma anche in altre partite in casa la squadra ha maledettamente sofferto, vedi Como (oggi 6 a 19 punti) o Crotone, ma si è vinto e tutto passa in secondo piano. Questo per dire che la squadra è sempre stata in affanno, ma attraverso il certosino lavoro di Zaffaroni si è riusciti a coprire le magagne che ho sempre cercato di mettere in evidenza: la mancanza di vere mezz’ali (con Carraro e addirittura Anderson adattati e con Gerbo, mezz’ala pura, spostato a regista); gli esterni usati come terzini e poco come ali; la poca duttilità del modulo (solo ieri abbiamo visto una difesa a quattro per un 4-4-2 e poi un 4-2-4).

Mister Zaffaroni nel dopo partita con la Reggina

E diciamo che la giustificazione portata da Zaffaroni ci stava tutta: impossibile negare che la squadra si è dovuta costruire con enorme ritardo rispetto alle altre (gli ormai famosi 40 allenamenti in meno). A tutto questo si sono aggiunti i tanti infortuni, le ricadute e pure i mal di pancia e quindi ci ritroviamo con 14 punti alla 12^ giornata, non malissimo se non fosse che il campionato di quest’anno è uno dei più tosti degli ultimi anni e già stasera ci si trova in piena zona play out, con 6 punti di distacco dall’Alessandria quart’ultima, ma con un Crotone che deve ancora giocare.

E qui casca l’asino! Con l’andar delle giornate ci si rende conto che è difficile mantenere il confronto con squadre che hanno, per rimanere nell’attualità, calciatori come Ricci, Hetemaj, Laribi, Menez, Denis, Cortinovis e Adjapong in panchina!! Ed allora pur tentando di non essere da meno della Reggina (la squadra ha perlomeno cercato di contrastare il potere tecnico e fisico della Reggina, si è proposta più volte e alla fine sul tabellino si contano 11 tiri da una parte e dall’altra  

– ricordo l’occasione capitata a Corsi su cross di Situm, il tiro di Caso respinto da Turati, il tiro di Gori su girata finito di poco a lato, il tiro di Millico ed il colpo di testa di Rigione-) alla fine ci si ritrova con un pugno di mosche in mano per il solito errore in uscita. Rigione, uno dei migliori, sbaglia un appoggio in transizione positiva e da lì parte l’azione che porterà alla rete di Montalto.

Il colpo di testa di Corsi di poco alto sulla traversa ad inizio gara

Il tiro di Caso restpinto da Turati

La girata di Gori finito di opo a lato, nella ripresa

Il colpo di testa di Rigione nel forcing finale

Successivamente una timida reazione dei lupi, ma in sostanza la partita finisce lì, nonostante i tentativi di Zaf di rimetterla in sesto. La Reggina quindi si ritrova 3 punti con il minimo sforzo e dopo aver collezionato un colpo di testa di Cionek su calcio d’angolo ed il tiro citato di Montalto. Il gol di  Montalto

Chissà come sarebbe finita se Di Martino, pessima la sua direzione, non avesse condonato un netto pestone del già ammonito Liotti su Situm.

Il risultato più giusto checché se ne dica era assolutamente il pareggio, ma sta di fatto che la Reggina ha concretizzato un’azione ed il Cosenza no. Gli amaranto sono venuti a Cosenza, a risposta di Aglietti a mia domanda, per cercare prima di non prenderle e poi per sfruttare qualche errore che si è puntualmente verificato.

Aglietti nel doppo gara

E siamo arrivati al dunque: una squadra che oltre ai limiti tattici prima evidenziati, ha difficoltà a gestire la palla, come confermato da Zaf ad una mia domanda nel post partita con la Ternana, soprattutto quando va in svantaggio. Non a caso abbiamo la minore percentuale di possesso palla del campionato ed anche ieri è stata del 54% a favore della Reggina contro il 46% del Cosenza. Non siamo ai livelli di Lecce con il 75% a favore dei padroni di casa, ma è confermata la tendenza. Difficoltà a gestire la palla nonostante ci sia in campo gente come Palmiero, Carraro, Situm, Caso e l’infortunato Vaisanen, però le altre squadre hanno più calciatori tecnici, anche tra i difensori mentre nel Cosenza è difficile immaginare che Tiritiello (un leone in difesa), Venturi (che ieri ha giocato bene), Corsi (grande cuore a attaccamento alla maglia) Minelli e Pirrello siano in grado di impostare un’azione. Ed allora possiamo urlare ai quattro venti che per vincere le partite serve tenacia e grinta se poi ti manca la tecnica per gestire il pallone. Possiamo mettere in campo 10-100-1000 Florenzi, ma poi il gap di struttura rispetto a Bianchi e Crisetig emerge.

Né tantomeno si può continuare ad utilizzare l’alibi dei ritardi. Siamo ormai a due mesi dall’arrivo degli ultimi calciatori e la prossima sarà la terza sosta di 15 giorni, lo stesso numero di tre ritiri estivi. Credo che bisogna cominciare a pensare ad altro e cioè che questa squadra va rimodellata in base all’esperienza acquisita in questi mesi. Alcuni calciatori sono in esubero, altri stanno dimostrando di non essere utili alla causa e quelli che sono all’altezza sono calciatori in prestito, utili alle fortune di altre società.

La gran parte di loro, dopo aver fatto bene in riva al Crati (vedi Caso che, nonostante alcune critiche, è l’unico che riesce a far salire la squadra ed a renderla pericolosa) partirà per altri lidi ed il Cosenza si ritroverà con pochissimi calciatori a disposizione un’altra volta: in attacco ci ritroveremo con i soli Pandolfi e Sueva.

Sembrerebbe il caso quindi non solo di prendere almeno altri quattro calciatori a gennaio, ma anche di proprietà. Calciatori esperti e tecnici che possano fornire personalità, esperienza e piedi educati a questa compagine. Non voglio entrare nel merito dei vari ruoli da coprire anche se sono palesi a tutte le esigenze. Il presidente Guarascio dovrà fare un altro sforzo pena la perdita, questa volta definitiva, del grande patrimonio della serie B. Del patrimonio di una tifoseria da serie A che anche ieri e come nelle trasferte di Benevento e Lecce ha dimostrato di meritare qualcosa in più di una stentata salvezza.

Foto di Ernesto Pescatore

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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