Il gruppo c’è, i punti meno

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Il Cosenza si gioca le ultime chance di salvezza diretta grazie al gruppo creato da Viali

Da cinque anni a questa parte la salvezza per il Cosenza è diventata un “sogno” da agguantare, di questo ha parlato Viali in conferenza post partita, rispondendo a chi come me gli faceva notare che con il pareggio di ieri le possibilità di salvezza diretta fossero diminuite. Allora, se per il Cosenza la permanenza in serie B rappresenta ogni volta una chimera, una categoria da mantenere a prestiti ed elemosine anche il pari con il Venezia, quello con il Cittadella, devono essere visti come qualcosa di miracoloso. Se pensiamo che questa squadra è stata allestita con quattro spicci, rattoppata alla meno peggio a gennaio, ultima in classifica solo due mesi fa anche gli attuali 39 punti sono da considerare, come sostiene a ragione Viali, qualcosa di eccezionale, tenuto conto che nei due anni precedenti il Cosenza si è fermato a 35 di punti.

Un’occasione creata da Marras risultato poi in fuorigioco

Questo però è un discorso che può gratificare Viali, viste le condizioni in cui ha lavorato, non può rappresentare un vanto, una medaglia da apporsi sul petto per il presidente Guarascio. Il presidente Guarascio può vantarsi di essere leader in Calabria della raccolta differenziata, ma calcisticamente parlando il trend è piatto e negativo dal punto di vista economico finanziario. Questa società non ha fatto mai passi in avanti né dal punto di vista dei risultati sportivi, né da quello strutturale, mancando di investimenti sostanziali sull’area tecnica e sull’impiantistica. Insomma zero programmazione.

È probabile che il prossimo anno si disputerà il sesto campionato consecutivo di serie B, ma il Cosenza ha tre modi di farlo ad oggi: conquistandolo direttamente sul campo, miracolosamente ai play out o contando ancora una volta sulle disgrazie altrui. A tanti tifosi ed al presidente Guarascio non interessa come, l’importante è poter dire siamo per la sesta volta in B, tanti altri invece pensano che senza una programmazione, sia tecnica che gestionale, senza investimenti mirati, senza un rapporto empatico con la tifoseria, senza un rapporto professionale con i media, ogni risultato non può che essere temporaneo ed effimero.

Un’altra occasione capitata a Finotto

Anche quest’anno siamo ridotti perciò a ragionare nel brevissimo periodo, in emergenza, senza una visione che bisogna, per forza di cose, lasciare alla fine del campionato, ad esito ottenuto. Anzi, un passo in avanti il presidente Guarascio lo ha compiuto, facendo forse tesoro di qualche critica partita da queste pagine, dichiarando esplicitamente di voler confermare tutta l’area tecnica. Se c’è veramente la volontà di cominciare a darsi una programmazione e sostanziarla con investimenti mirati lo vedremo a breve.

Andiamo quindi al dunque: il gruppo c’è, i punti meno. È indubbio che con il pari di ieri la salvezza diretta non è più nei nostri piedi, ma posto che si vincano le due partite rimanenti bisognerebbe sempre contare sui passi falsi del Cittadella in primis, ma anche del Brescia (oggi pomeriggio impegnato a Parma) che potrebbero toccare comunque quota 45 ed ambedue in vantaggio, nella differenza reti i veneti e nella eventuale classifica avulsa i lombardi. Con 4 punti si avrebbe la matematica certezza di disputare i play out e ne potrebbero bastare anche due se il Perugia non dovesse battere il Venezia. Insomma l’obiettivo minimo del play out dovrebbe essere concreto, poi da disputare con chi bisogna aspettare. Ad altro non voglio pensare, per dignità.

Su una cosa possiamo invece contare con certezza, sulla forza del gruppo che mister Viali ha saputo creare: ieri l’ennesima dimostrazione con la raccolta in cerchio e gli incitamenti dell’allenatore a fine partita. Un gruppo granitico a difesa della propria integrità morale nei confronti di chicchessia. Un gruppo coeso che si aiuta e si sostiene durante la partita può raggiungere qualsiasi risultato nonostante i limiti strutturali evidenziati dal sottoscritto da agosto e ribaditi più volte dallo stesso Viali, anche ieri.

Dal punto di vista tattico la squadra ha assunto una propria fisionomia e raggiunto una sua solidità difensiva che sono la base, oltre alla citata coesione di gruppo, dei risultati raggiunti. Purtroppo la mancanza di uno stoccatore finale rende tutto più difficoltoso ed a volte non bastano, come ieri, 6/7 occasioni nette per battere gli avversari. Da ieri dire che non si segna nemmeno a porta vuota non è più un eufemismo, ma questo chi di competenza doveva saperlo prima. Finotto è un giocatore che si impegna e ci mette l’anima, ma il gol, con il tempo, è una dote che ha perso.

Il gol sbagliato da Finotto

Viali ed i suoi collaboratori quindi studiano e ristudiano l’avversario per capire come bloccarne le fonti di gioco e limitare i danni, rimanere in partita in attesa che si possano finalizzare le occasioni create. Ieri di nuovo in campo il 3-5-2 che aveva portato buoni frutti a Perugia. Lì bisognava bloccare Casasola e Cancellieri, ieri Zampano e Candela e poi avere la meglio in mezzo contro i Tessmann e co. Viali ha deciso di utilizzare un modulo a specchio per giocare sull’1:1 e limitare il palleggio del Venezia. A conti fatti la cosa è riuscita visto che loro hanno avuto meno occasioni da rete e il Cosenza più possesso palla. Il pareggio è arrivato però nel secondo tempo, con una spinta offensiva maggiore garantita dal passaggio al 3-4-1-2, con Marras e D’Orazio che spingevano sugli esterni, Cortinovis che si inseriva insieme a D’Urso supportando le due punte Delic e Nasti. In sostanza 6 uomini a sostenere la manovra offensiva. Alla fine, seppur con fatica, il premio è arrivato.

La sequenza del gol di D’Urso

Nelle due partite che mancano possiamo contare quindi su questo spirito di gruppo e sperare che gli attaccanti scelti trovino la via del gol. Io sono di qua ed il mister è di là, come Viali giustamente ha ribadito a qualche solone che pretende di dettare le formazioni, e solo lui può interpretare lo stato di forma dei suoi giocatori o adattarli al pensiero tattico immaginato. Certo è che D’Urso rende di più quando entra nei minuti finali, quando gli avversari sono più stanchi e lui può far emergere le sue doti tecniche; certo è che non potremo contare su Florenzi, ma c’è un Cortinovis che quando ha voglia fa la differenza; certo è che Delic e Nasti hanno fatto meglio di Finotto e Zilli, anche se altre volte, chiamati in causa hanno lasciato a desiderare anche loro. Certo è che Zilli non meritava i fischi, un ragazzo che dà sempre tutto quello che può alla causa del Cosenza e non è certo lui che può risolvere i problemi offensivi del Cosenza. Grave l’errore di Finotto, ma sarei andato oltre conoscendo le caratteristiche di questo giocatore.

Forza lupi

Foto Ernesto Pescatore

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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