Il Mojito pi? buono avr? sempre casa a Cosenza. Grazie di tutto Allan

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Il tributo dei tifosi a Baclet

Idolo, icona, uomo.?Il calcio odierno pullula di atleti che, grazie a prodigiose giocate risolutive o ad atteggiamenti in perfetta sintonia con la mentalit? dei tifosi, salgono sull’altare degli Dei, lasciando un segno indelebile nell’immaginario collettivo. In questo contesto, bisogna tuttavia spezzare una lancia a favore della ragionevolezza: la coscienza critica di un supporter ? spesso molto fumosa, facilmente influenzabile dall’opinione altrui o da un singolo episodio. Basta davvero poco per cadere nell’oblio pi? totale, cos? come un gesto, percepito dai pi? come esemplare, possa certamente condizionare in positivo la carriera di un giocatore. Sarebbe logico, dunque, non cadere nel tranello chiamato ‘omologazione‘ ed evitare di uniformarsi alle tendenze dominanti: questo processo renderebbe molto labile il confine tra prodigio e inefficienza.

Quello che Allan Baclet ci ha fatto vivere nei suoi 3 anni di permanenza in rossobl? ? l’esempio pi? puro e genuino dell’amore viscerale verso una citt?: un ragazzo buono, volenteroso che ha fatto piangere un popolo intero con i suoi gol promozione. I tifosi dei lupi hanno potuto ammirare un giocatore che ? riuscito nell’inverosimile compito di incarnare non una, ma ben tre forme differenti.

La prima, sicuramente la pi? spontanea e popolare, ? quella del Baclet idolo: il francese ? uno di quei pochi eletti ad avere un coro tutto per s?, perfetta rappresentazione del legame profondo con la sua gente. “L’ hanno visto col mojito a Piazza F?”?, intonato in ogni angolo della citt?, ? un ritornello che rester? per sempre scolpito nei cuori e nelle menti dei giovani supporter e dei tifosi pi? navigati. Pensare che tutto questo sia nato come semplice sfott?, per poi sfociare in un inno all’uomo, fa comprendere quanto il giocatore abbia sudato per conquistarsi l’amore del suo popolo.

La seconda immagine ? quella del Baclet icona. Ebbene s?, proprio come un’immagine sacra, le reti di Allan sono oggetto di venerazione, in virt? dell’elevato peso specifico di ognuna. Ve n’? una in particolare che ? entrata di diritto nella storia del calcio cosentino: lo stacco di testa contro il Sudtirol, tra i 20 mila del ‘Marulla’, ? il tripudio dell’estasi. Una vera e propria icona che ogni padre mostrer? al proprio figlio con occhi sognanti, proprio come il gesto balistico di Marulla contro la Salernitana.

L’ultima istantanea ? quella del Baclet uomo, di un ragazzo che sa ancora piangere e commuoversi davanti agli innumerevoli attestati di affetto. Un giocatore che ha sempre aspettato con calma e pazienza il suo momento, rispettando le scelte del mister fino all’ultimo secondo e divenendo l’eroe degli ultimi scampoli di gioco: i gol, quelli pesanti, sono quelli che sanno di sentenza e fanno venire la pelle d’oca.

L’offerta che la Reggina ha messo sul piatto, per un calciatore di 33 anni, ? di quelle irrinunciabili. Di certo, a prescindere dal cambio di maglia, possiamo affermare una cosa: il suo mojito preferito avr? sempre casa a Cosenza. Merc?, Allan.

 

Illustrazione di Andrea Calogero

 

 

 

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