Impalpabili miglioramenti.

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L’impossibile non è stato fatto, ma la svolta ancora non è arrivata nemmeno da Viali ed il tempo passa.

Parliamoci chiaro caro presidente Guarascio, checché qualche imbonitore abbia deviato il corso del fiume, nel mercato di riparazione non è stato fatto l’impossibile, non fosse stato per Zarate, il cui contributo alla causa della salvezza è ancora tutto da quantificare, per il resto è stato presentato solo uno changer les dames che non ha affatto comportato un sacrificio economico, forse anche una diminuzione del monte ingaggi visto che ben sette giocatori su dieci sono arrivati in prestito, con tanti saluti alla tanto reclamata programmazione. L’organico risulta un “tantinello” migliorato perché la differenza tra Micai e Matosevic è tangibile, anche se ieri il portiere rossoblù si è fatto sorprendere da un tiro dalla distanza sul suo palo, quella tra D’Orazio ed i vari Gozzi e Panico, altrettanto, ma poi il resto è tutto da valutare vista anche le prestazioni con la Ternana e con il Bari e tempo ne rimane molto poco.

Quello che è certo, come già eloquentemente scritto, che attaccanti come Finotto e Marras, Nasti, D’Urso, Zilli, con l’incognita Delic, lasciato in panchina a Bari, non sono certo dei bomber, ma attaccanti di movimento, i primi due addirittura impiegati più da centrocampisti che da attaccanti, ed il Cosenza viaggia alla sbalorditiva media di due tiri a partita, peggiore attacco della categoria dopo quello del Cittadella. Il centrocampo non ha mai un assetto definitivo e la difesa ha pure i suoi perché, basta vedere il gol subito ieri da Cheddira, di gran lunga la peggiore difesa del torneo con 37 reti subite.

Non fosse per la infinita pazienza e speranza dei tifosi ci sarebbe da chiudere baracca e burattini con questi numeri, ma ancora siamo qui a tentare di salvare il salvabile. Il mercato è andato, non si è voluto fare il salto definitivo di qualità, amen. La squadra è questa e con questo materiale umano Viali deve andare avanti e qui arriviamo al punto.

Nonostante tutte le attenuanti del caso, compreso l’arrivo di tanti calciatori nuovi non “pronti all’uso”, fino ad oggi, la svolta non è stata impressa dal nuovo tecnico rispetto a quanto prodotto da Dionigi, addirittura il primo tecnico vanta una media punti superiore a quella di Viali, 1 punto a partita contro 0,84, il che significa che continuando con la stessa media si totalizzeranno altri 12 punti scarsi nelle rimanenti 14 partite, quindi retrocessione matematica.

Viali ha sicuramente riorganizzato la squadra in base alle caratteristiche tecniche dei giocatori, cosa che Dionigi aveva completamente ignorato creando una confusione pazzesca e riuscendo anche a mettersi lo spogliatoio contro. Viali ha reso ordinata la manovra ed in alcuni frangenti la sua squadra è apparsa molto più gagliarda di quanto non lo fosse con Dionigi, ieri a Bari un buon possesso palla nel primo tempo, la squadra sembra seguirlo, ma punti pochini.

“Abbiamo tenuto bene il campo – siamo rimasti in partita fino alla fine – ci ha condannato un episodio – mi è piaciuto l’atteggiamento dei ragazzi” sono le frasi ricorrenti ad ogni fine gara da parte del tecnico, si ma i punti dove sono? Ad inizio campionato, in fase di evoluzione del programma tecnico-tattico e fisico, sono affermazioni che potrebbero starci, ma non nel momento clou del campionato. Ci sembrano più frasi di circostanza volte a sottolineare il lavoro e l’impegno del tecnico che è indiscutibile, ma se mi permette caro Viali, non bastevoli. Per salvare il Cosenza serve ben altro e lei venendo in riva al Crati sapeva che avrebbe dovuto dare quel qualcosa in più che non è ancora riuscito a dare, fors’anche perché non fa parte del suo bagaglio esperienziale, d’altronde lei è un novizio in serie B, sta facendo gavetta e le colpe di ciò non sono sue.

La partita di ieri a Bari è il classico esempio di come lei ancora non abbia dimostrato concretamente di poter cambiare le carte in tavola durante una partita. La squadra parte con determinati concetti tattici e finisce nello stesso modo, difficilmente riesce a portare a vantaggio del Cosenza le mutate condizioni della gara. Ieri è apparso evidente a tutti, nella ripresa, che i rossoblù stessero soffrendo il cambio di marcia dei padroni di casa, eppure nessun cambio, nessuna mossa tattica perché, come da sue dichiarazioni, la squadra stava giocando bene!?!!?

Troppo tardive le sostituzioni a buoi scappati e non è purtroppo la prima volta che ciò accade. Altre volte, a paperacchio compiuto, si è pensato di risolvere buttando in campo tutta la batteria di attaccanti che, come scritto prima, non arrivano a fare tre gol tutti messi insieme, ma viva Dio, bisogna anche agire con raziocinio. Sul finire della gara la squadra ha giocato con un 4-2-3-1 con Voca e D’Urso in mediana, Marras, Finotto e Nasti dietro Delic, non riuscendo nemmeno a causare un calcio di punizione.

Visto che si intendeva fare un “assalto con le fionde” alla difesa del Bari, non sarebbe stato più logico schierare Zilli anziché Delic??? Si è rinunciato, volontariamente, alla punta vertice lasciando pensare a tutt’altra impostazione tattica: ossia un gioco basato su veloci ripartenze e improvvise verticalizzazioni, bene, anzi male, ieri non si è vista una ripartenza ed una verticalizzazione, solo uno scolastico possesso palla nel primo tempo e quando possibile cross dalla tre quarti non si sa per chi, per Zarate??

Dopo 24 giornate tra Dionigi e Viali non si è ancora capito quali sono gli schemi offensivi di questa squadra. Delle sportellate di Finotto e dei movimenti tattici di Marras se ne poteva fare a meno, molto meglio prenderne uno, ma che sapesse inquadrare la porta.

Ora dobbiamo vivere nella speranza che Zarate non sia quello visto a Bari e che mister Viali riesca a impartire alla squadra quegli schemi che riescano a portare l’argentino nell’1:1, viceversa lo vedremo sempre attorniato da 3/4 giocatori avversari.

Vivere nella speranza che una squadra mentalmente retrocessa venga rianimata da qualche furbata, da qualche invenzione di un tecnico che fino ad oggi non ha mostrato di possedere queste doti, continuare a cullarci sul fatto che la classifica è corta al pari di chi diceva che il Cosenza aveva 11 punti e non ci si doveva lamentare.

D’altronde, per come dice il presidente Guarascio, la società ha fatto la sua parte!?!?! Lasciando quindi intendere che il resto lo debbano fare i tifosi con la presenza allo stadio e, aggiungo, con l’acquisto dei biglietti. Meglio la contestazione che lo stadio vuoto, e vorrei vedere! Credo invece che la contestazioni continuerà, giustamente, perché l’impossibile non è stato fatto ed i lupi affolleranno gli altri stadi d’Italia. Questo si è voluto e questo è stato dato.

 

 

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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