Lampi di genio

0

Col Venezia si è rivisto il Cosenza ammirato prima del black out, seppur discontinuo. Adesso tocca riconfermarsi, non ci sono più scusanti!

Al Marulla ieri clima da lupi, quelli veri e solitamente, quando tira pioggia e gelo, le presenze sono scarse (appena1500 paganti più gli abbonati, record negativo stagionale) ma arrivano grandi vittorie. Il Venezia prende una scoppola che ricorderà per almeno 10 anni, forse solo Vanoli temeva, come gli altri allenatori, il valore sopito di questa squadra ed aveva avvisato i suoi che però pensavano di fare un solo boccone dei lupi al pari di come avevano fatto con la Samp nel turno precedente. Vanoli in sala stampa ha parlato di “lezione” impartita e di un Cosenza oltremodo coraggioso.

Ad alcuni suonerà strano, ma le due squadre si sono affrontate a viso aperto e l’ha spuntata quella che sempre secondo gli stessi sarebbe addirittura inferiore tecnicamente al Cosenza della passata stagione! La verità è che il Cosenza non sarà tanto forte da giocarsi la serie A come farà il Venezia, ma intanto gli ha carpito 4 punti e rifilato 5 gol, e lo scandalo è che si trova a dimenarsi nei bassifondi della classifica quando gli spetterebbe trovarsi nella zona play off. Insomma a questa squadra mancano 6/8 punti che sono stati persi in due mesi di black out.

Il primo gol di Tutino

Il gol di Marras 

Forse i più distratti si saranno resi conto solo ieri, dimenticando le prestazioni con Ascoli, Palermo, Pisa, Lecco, che questa squadra dispone di due attaccanti come Tutino e Forte che farebbero i titolari anche nel Parma o nel Venezia e che non ha avuto il contributo di Canotto per l’intero girone di andata, per non parlare dell’estro di Marras e di quello che ha dato e potrebbe dare Mazzocchi se impiegato in un ruolo più congeniale alle sue caratteristiche tecniche, posizionato a sinistra per l’atavica mancanza di un’ala sinistra pura. Dispone di altrettanto validi centrocampisti come Zuccon, Praszelik e Calò, il duttile Voca e non ha avuto praticamente a disposizione Florenzi e Viviani, che la difesa era il reparto più tecnicamente carente, ma adesso è stato degnamente rinforzato con validi giocatori. Una squadra sottodimensionata che è al minimo del proprio rendimento e che anche nella parte migliore della stagione difettava di continuità.

Una squadra che via via aveva perso personalità, intensità e qualità di gioco e che adesso sembra avere ritrovato il tutto d’incanto. Quello che è certo che questa squadra ha potuto fornire una prestazione importante, non perfetta, perché dispone di tanta qualità come non mai negli ultimi sei anni, altrimenti hai voglia a cambiare moduli e uomini. In più c’è il “ritrovato” coraggio dell’allenatore che, dopo avere tentato di risolvere la situazione con moduli e gioco sparagnini, anche a Cremona si è andati al tiro per la prima volta solo al 60°, ha deciso di tornare, evidentemente di concerto con i propri ragazzi, all’antico, con il pressing alto, la densità in area avversaria ed un modulo nuovamente “spregiudicato”, con 4 attaccanti effettivi.

A ben vedere più un 442 che non il solito 4231, perché Marras e Mazzocchi erano perennemente in linea con Zuccon e Praszelik. Tutino aveva già giocato dietro a Forte mentre la vera novità è la posizione di Cimino che, quando il Cosenza era in possesso palla, saliva in posizione di mezz’ala per poi incrociare con Marras sulla fascia destra. Solitamente Martino, o chi per lui, saliva e scambiava la posizione con Marras, ma rimanendo sempre sull’esterno, così come ha fatto Frabotta sulla sinistra. La novità, che ha scombussolato le marcature dei veneziani, è questo inserimento verso l’interno del giovane terzino.

Una novità tattica che ha portato i suoi frutti, ma che va però migliorata perché lo stesso Cimino ha fatto fatica a rientrare quando la palla l’ha gestita in estrema velocità il Venezia e se Cimino si trova a contrastare Gytkjær è molto probabile, com’è successo, che vada in estrema difficoltà (vedere azioni del palo scheggiato e del gol segnato dal danese). Problemi che si possono evidenziare quando si decide di giocare alla pari con una delle squadre più forti del campionato e che ben vengano se i risultati sono sempre questi, molto meglio giocare per vincere e rischiare di perdere, piuttosto che giocare per il pari e perdere comunque, come successo a Cremona.

Con una squadra molto alta, che è ritornata a fare pressing sui portatori di palla avversaria, che quando si alza in possesso palla crea molta densità in area (nelle occasioni dei primi gol in area veneta c’erano 8 calciatori rossoblù) che gioca in verticale ed in velocità, con la qualità di cui dispone ritengo che si possa fare un campionato di estrema tranquillità e con un po’ di fortuna giocarci per la prima volta nella storia del Cosenza i play off di serie B.

Questo era l’obiettivo che individuai a settembre, compromesso da due mesi in cui l’allenatore è caduto in stato confusionale. Buon per tutti noi che è riuscito lui stesso a trovare il bandolo della matassa, aiutato dai suoi ragazzi che, a differenza di come sostiene qualcuno, sono stati sempre dalla sua parte pur con qualche “mal di pancia” fisiologico e contingente alle eccessive sconfitte registrate.

Questa è una squadra che sapeva di essere forte, ma che via via ha perso quelle certezze e autostima che solo l’allenatore poteva dargli e che ora speriamo abbia ritrovato. Pur tuttavia, nella prima parte del campionato, un difetto della squadra era la continuità, massimo tre risultati utili consecutivi, dovuti sicuramente al poco amalgama, al fatto di avere un allenatore nuovo anche alla scarsa condizione atletica che ne condizionava i secondi tempi.

Il secondo gol di Tutino con deviazione su tiro di Zuccon 

Il terzo gol di Tutino che porta il pallone a casa

Ora a gennaio, dopo sei mesi di lavoro, diversi chiarimenti tattici e tecnici sui ruoli dei calciatori, alcuni assestamenti in difesa, la squadra dovrebbe essere arrivata al top della condizione e la partita di ieri ne è la controprova. Tornare indietro non sarebbe tollerabile! Caserta ha costruito questa squadra a sua immagine e somiglianza, unico allenatore dell’era Guarascio ad avere avuto questo privilegio, pertanto ha tutti i mezzi per togliere il Cosenza dalla situazione di crisi in cui si è cacciato. Adesso tocca riconfermarsi, non ci sono più scusanti!

Foto Ernesto Pescatore

Screenshot da Sky

Articolo precedenteCosenza-Venezia: le pagelle dei lupi!
Articolo successivoDa Tutino a Tutino: la sua firma sulle ultime due triplette!
Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

Rispondi