Riccardo Maniero: il bomber spregiudicato di cui avevamo bisogno

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Ascoli, stadio?Cino e Lillo Del Duca,?minuto ’19:?Riccardo Maniero scrive il suo nome nel grande libro della storia rossobl?,?siglando un gol atteso 15 anni. Un sussulto di gioia mista a liberazione ha attraversato i cuori di tutti i supporter dei lupi: c’era chi si godeva le ultime briciole di un’ estate capricciosa, trovando rifugio nel calore di una tavolata insolita, addobbata?di viveri e un apparecchio elettronico dove guardare tutti insieme le gesta del nuovo Cosenza di mister Braglia; c’era chi, gi? rientrato in citt?, attendeva, con una particolare sensazione di ansia, un nuovo fischio d’inizio, diverso dai soliti, che era rimasto chiuso in un limbo per troppo, troppo tempo.

5562 giorni dopo. Tanto ? passato dall’ultima rete dei lupi in Serie B: era il 31 di Maggio del 2003 e al San Vito?andava in scena Cosenza – Lecce, terminata col risultato di 1-2 in favore dei salentini. Non ? un caso che, dopo 15 lunghi anni, a timbrare il cartellino sia stato un?bomber di razza, uno di quei giocatori che a Cosenza mancava forse da troppo tempo: ne abbiamo visti tanti, tra giovani talenti ancora acerbi, giocatori esperti con tanto cuore ma poco cinismo sotto porta, e calciatori che potevano essere e invece non sono stati. Ora sembra che la tanto agognata ricerca della punta fuori dal normale sia finalmente conclusa: se la rete messa a segno da Maniero ad Ascoli ? il culmine di un gesto portentoso, il controllo di palla sulla spiazzata di testa di Tutino ? l’atto iniziale che spiana la strada al capolavoro. Probabilmente, ci? che ha differenziato l’attaccante napoletano da tutti quei bomber arrivati con lo status di goleador ? la follia: il tiro da centrocampo, quando Perrucchini si trovava leggermente fuori dai pali, ? l’espressione dell’azzardo pi? puro, della spregiudicatezza che trasforma il giocatore da ordinario a extraordinario.

Riavvolgendo il nastro della partita, ci verrebbe da dire che i 6 minuti di recupero concessi dall’arbitro Volpi – non un fischietto qualunque, ma il direttore di gara di Cosenza – Sudtirol – sembravano eccessivi per un match che ha subito poche interruzioni. Di certo, Saracco e compagni non hanno sfigurato, conquistando un punto in trasferta che fa comunque morale per la prossima gara interna. Gi?, il?San-Vito Marulla?torner? a brillare come un tempo e ad incutere timore anche agli avversari pi? blasonati: percorrendo quel tunnel che porta al rettangolo verde, le gigantografie di?Bergamini, Catena, Marulla – soltanto per citarne alcuni – metteranno i brividi all’ingresso in campo, sviscerando anni e anni di storia idilliaca e passati gloriosi. Il resto spetter? a noi tifosi, consapevoli di non dover mostrare niente a nessuno neanche in questa serie: siamo il Cosenza Calcio, un club che ha costruito una propria identit? e che ha militato per anni in cadetteria, conquistando il rispetto anche dal pi? acerrimo dei rivali.

Illustrazione di Andrea Calogero

 

 

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