Viali di speranza

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FOTO PESCATORE

Tecnico e squadra dimostrano volontà per salvare la stagione, ma le prestazioni sono ancora condizionate dalla precaria condizione atletica.

Ormai tutti, almeno i più attenti, si sono resi conto che la squadra del Cosenza non è al meglio dal punto di vista fisico, sicuramente non al pari dei competitors. A confermarlo lo stesso Viali che nella conferenza post partita ha parlato di: “…è la fase di transizione che deve cambiare … questa squadra non ha nel proprio DNA la fase di transizione … facciamo fatica cioè ad accompagnare e ribaltare l’azione e questo non mi piace…”. Il tecnico milanese parla quindi di difficoltà a ribaltare l’azione dalla fase di non possesso a quella di possesso, chiamata appunto transizione positiva, sottintendendo, implicitamente, anche la difficoltà fisica a farlo in questo momento oltre alla naturale predisposizione tecnico-tattica.

Altra conferma poi arriva dallo stesso Tutino che, sollecitato dalla mia domanda, dice di: “oggi non mi sentivo bene, ma penso sia una cosa mia personale, perché rientro da un infortunio… ho fatto anche pochi allenamenti con la squadra, la prima è sempre buona, cioè con la Feralpi mi sentivo bene e oggi molto meno, ma l’avevo messo in conto…penso Davide che in questo momento della stagione è vero che la forma fisica è importante ma l’approccio mentale alle gare fa ancora più la differenza. Noi dobbiamo credere nella salvezza, abbiamo degli scontri diretti importanti, dobbiamo credere di poter fare almeno due vittorie in queste ultime 5 partite e dobbiamo pensare positivo.”. La risposta di Tutino conferma, come ebbi a scrivere, del perché fosse l’unico a correre contro la Feralpi, visto che non aveva partecipato a quello che sembra essere stato un richiamo atletico necessario per riprendere la condizione persa durante la prima gestione tecnica. Sull’opportunità o meno di effettuare il richiamo atletico si può discutere, ma bisognerebbe anche capire perché la squadra fosse ridotta in condizione di effettuarlo.

Il Cosenza di Caserta ha avuto sempre questi tipi di problemi, il calo nella ripresa era diventata una costante, tanto che il Cosenza nella speciale graduatoria alla fine dei primi tempi era nei primi posti, in quella totale negli ultimi. Da qui tutta una serie di partite iniziate bene e perse nella ripresa, quando una volta andati in svantaggio si perdeva sistematicamente. Insomma un bel danno che continua a fare male al Cosenza quando mancano appena 5 giornate al termine.

Di contro la positiva reazione di una squadra che si è vista sballottata da una preparazione all’altra, frastornata da continui cambi di formazione prima e di moduli dopo, chiamata a rispondere alle richieste di un mister e poi del successivo. La risposta di Tutino la dice tutto però sulla sua voglia, per altro sempre dimostrata sin da luglio (Gennaro ha sempre tirato la carretta ed i suoi 14 gol e ben 8 pali sono lì a dimostrarlo) ma anche come leader dell’intera squadra, di raggiungere l’obiettivo finale, seppur ridimensionato. Questa squadra, dall’indubbio valore tecnico, confermato dalla carta, ma soprattutto dalle ultime due partite recuperate esclusivamente per il valore tecnico di Tutino e Antonucci, può anche riuscire a superare l’indubitabile gap atletico trovando conforto e sostegno nella spinta mentale ingenerata dai loro stessi gol, da un dribbling riuscito, da una parata salva risultato, insomma da tutto quanto possa rendere positiva una prestazione e ridare slancio in classifica alla squadra.

In questo momento della stagione prevale certamente l’aspetto agonistico a quello tecnico, quindi la corsa e la tenacia sull’impostazione tattica, seppur basilare. Un aspetto mentale positivo può dar agio a superare una condizione atletica precaria che comunque rimane alla base di una prestazione completa e duratura. Prendiamo ad esempio la mossa tattica presentata da Viali nella partita con il Palermo: obiettivo dare la possibilità a Canotto di non rientrare in fase difensiva e sfruttare al meglio le sue capacità offensive di corsa che, a dire il vero, non sono state sfruttate, anzi il rischio di giocare con un attaccante in più non ha portato un ritorno in termini di pericolosità offensiva. Per ottenere ciò, Viali ha fatto abbassare sulla linea difensiva, come quinto di difesa, Zuccon, lasciando sguarnito però, a mio avviso, la mediana, dove in sostanza operavano solo Calò e Praszelik. Un 541 in fase difensiva ed un 352 in fase offensiva, con Frabotta e Canotto a dar man forte ad Antonucci e Tutino. Un modulo molto “liquido” nella dinamicità dell’azione.

Dall’altra parte Mignani ha capito che questo poteva essere un punto debole ed al pari di Viali ha preferito azzardare, lasciando Ceccaroni nell’1:1 con Canotto, ma giocandosi la sovrapposizione Lund/Di Francesco dall’altro lato. Ha avuto la meglio Mignani, perché Zuccon ha fatto enormemente fatica a tenere i due, in un ruolo non suo. Batti e ribatti, proprio da una combinazione in quella zona arriva il cross per Buttaro che porterà in vantaggio gli ospiti.

Dove voglio arrivare, tanta abnegazione da parte di Zuccon nel rispettare le consegne, ma disposizione tattica e fiato corto non gli hanno consentito di agire al meglio. Nel secondo tempo Viali ha posto qualche rimedio, stringendo Canotto, ma sostanzialmente la partita è stata sempre in mano al Palermo con un 68% di possesso palla e l’impressione che si è avuta è che se non ci fosse stata l’”invenzione” di Tutino, toccato duro si, ma caduto al momento giusto nel punto giusto, adesso, nonostante una prestazione sufficiente del Palermo, saremmo a leccarci le ferite.

Va dato merito a Viali di non arrendersi mai, nonostante le oggettive difficoltà fisiche della squadra, le prova tutte, cambiando anche tattica, ma ancora la situazione resta preoccupante. A questa squadra serve lo slancio che solo una vittoria ti può dare per compensare una condizione fisica che tarda ad arrivare, al netto di una grande volontà di tutti di uscire da questa situazione inaspettata.

Screenshot da Sky

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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